Il senso della reincarnazione

In viaggio da sempre, verso il ricongiungimento con la dimensione divina, del Tutto, universale. E tanti pensieri che in moto circolare, tappa dopo tappa, arrivano sempre lì, alla domanda fondamentale: che senso ha?  Riassumiamo, partendo dal punto di vista dei cosiddetti re-incarnazionisti: per un qualche motivo ci siamo separati da Dio, non si sa perché né come, ma vogliamo riscoprire in modo pieno il nostro essere divini (aham brahmasmì) attraverso un lungo cammino di evoluzione, di scoperta, di esperienza. Il tutto per tornare lì da dove siamo partiti, nella luce. Ma perché?

Sulla re-incarnazione sono stati svolti un certo numero di studi. Non tutti rigorosi rispetto al protocollo scientifico, non tutti accreditati. Ma molti di essi convergenti rispetto al contenuto di ricordi che riemergono, soprattutto in insospettabili bambini dai 2 ai 4 anni, di esperienze pre-morte o simili. Ricordi e contenuti spesso verificati. Ricordiamo ad esempio i contributi di Ian Stevenson, Jim Tucker, Eugene Brody, Gardner Murphy, ecc.

 Tornando al tema che ho sollevato all’inizio e supponendo che la re-incarnazione sia un fenomeno reale, la domanda è: qual è lo scopo di tutto ciò? Alcune risposte sono contenute nelle opere di Edgar Cayce, sensitivo statunitense, famoso per le sue way-on2attività di chiaroveggente e taumaturgo. Il quadro generale che emerge dalle letture di Cayce sulla reincarnazione indica che l’intero scopo del processo è farci sviluppare come manifestazioni individuali del divino, scintille divine, oppure renderci consapevoli del fatto che noi siamo noi stessi tutt’uno con Dio. L’anima deve ricongiungersi con Dio, dato che è fatta “della stessa materia di Dio”.

Ma questo non spiegherebbe nulla, se non intervenisse il concetto di co-creazione. Proprio recentemente mi sono imbattuto in un passaggio di Barbara Ann Brennan che recita testualmente (una volta tradotto in italiano…) “(…) l’adulto che si connette al proprio nucleo attraverso l’esperienza diviene consapevole della propria divinità interiore, del fatto di costituire una scintilla di luce divina nell’universo, di essere divinità localizzata. Dunque, mediante questo processo di evoluzione individuale aumenta la consapevolezza dell’intera nostra specie. L’uomo scopre di essere co-creatore dell’universo. Lo scopo dell’incarnazione è di far sì che l’io diventi consapevole della propria partecipazione alla creazione divina dell’universo“.

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